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Disturbi d'ansia

Ansia di separazione e Fobia Scolare

,Malessere eccessivo e ricorrente che il bambino prova quando deve allontanarsi dai genitori, dalla casa o dalle principali figure di riferimento (fratelli, nonni, ecc…). L’ansia può essere scatenata anche al solo pensiero di doversi allontanare dalle figure di riferimento.

Il bambino riferisce una paura eccessiva riguardo alla possibilità che possa accadere qualche cosa di terribile ai propri familiari, o che un evento spiacevole e imprevisto comporti una separazione da loro (es.: essere smarrito o rapito). Questi pensieri catastrofici condizionano la vita del bambino.

Il persistente rifiuto del bambino di andare a scuola, con conseguenti manifestazioni somatiche e ansiose, può essere un sintomo di un Disturbo da Ansia di Separazione.

Invece, se la paura di andare a scuola non ha come nucleo tematico l’angoscia del distacco dalle figure significative, potrebbe essere un segnale di Fobia Sociale. Spesso il contesto familiare è coinvolto e concorre a mantenere la sintomatologia, adottando modalità inefficaci per risolvere il problema. Rassicurare, minimizzare la sofferenza del bambino o assecondare le sue richieste di presenza, non sono tentativi disfunzionali perché rimandano al bambino la percezione che non lo si ritiene capace di affrontare le situazioni e semplici attività come andare a scuola. Inoltre così facendo si conferma sempre più al bambino la percezione di essere inadeguato. L’intervento psicologico interviene proprio su questo processo disfunzionale, definendo con tutta la famiglia un intervento specifico.

Come si manifesta?

Il bambino con ansia di separazione può mostrare eccessiva paura a stare solo a casa, o ad allarmarsi quando le figure di riferimento si allontanano (ad esempio quando la madre esce a fare la spesa e non torna in orario il bambino inizia a preoccuparsi e a pensare che possa essere successo qualcosa di grave).

Inoltre il bambino può rifiutarsi di stare in altri ambienti senza gli adulti significativi (es.: il bambino non vuole stare a casa di amici se non rimangono anche i genitori).

Il bambino può avere difficoltà ad addormentarsi senza avere vicino i genitori, o rifiutarsi di dormire fuori casa.

Possono insorgere alcuni sintomi fisici (per es.: mal di testa, dolori di stomaco, nausea o vomito) e ripetuti incubi sul tema della separazione.

Il bambino, quindi, manifesta una serie di comportamenti atti a controllare le situazioni per rassicurarsi, come l’effettuare continue telefonate ai genitori per sapere se va tutto bene.

Il bambino può rifiutarsi di andare a scuola per la paura della separazione dalle figure di riferimento. Dunque può manifestare crisi di pianto alla mattina prima di uscire di casa oppure a scuola, riferire sintomi come mal di pancia e mal di testa.

La paura che il bambino mostra non è per la scuola, ma per la separazione dai genitori e per la paura di non avere il controllo della situazione, perchè a scuola non è libero di contattare i genitori ed assicurarsi del loro stato di salute.

Spesso i genitori molto preoccupati e angosciati per la sofferenza del figlio iniziano ad attivare comportamenti di rassicurazione come telefonare ripetutamente al figlio o organizzare la propria vita in modo da non lasciarlo solo, diventando iper-protettivi.

Il persistente rifiuto del bambino di andare a scuola (fobia scolare) può essere un sintomo del Disturbo da Ansia di Separazione, ma nei casi in cui, invece, la paura di andare a scuola non ha come nucleo tematico l’angoscia del distacco dalle figure significative potrebbe essere un segnale di Fobia Sociale.

Quali sono le cause e i fattori scatenanti?

Sono diversi i fattori che predispongono un individuo a soffrire di disturbi d’ansia.

Dunque vi è una componente genetica, ma anche un aspetto di personalità del bambino, per esempio l’immaturità e la dipendenza eccessiva dalle figure di riferimento.

Inoltre l’esordio del disturbo può avvenire in seguito a fattori ambientali come eventi traumatici e stressanti (es: separazione dei genitori, trasferimenti, esperienze di malattia o morte di una persona cara, furti, ecc…).

Un altro fattore importante è quello familiare, come le modalità educative inadeguate, una situazione familiare invischiante, iperprotettiva o eccessivamente accudente.

In conclusione, sembra che i bambini sviluppino una migliore capacità di tollerare l’angoscia derivata dalla momentanea rottura dei legami affettivi e presentino livelli di ansia più bassi quando i genitori si mostrano sensibili e capaci di percepire i reali bisogni del figlio, sapendo essere presenti nei momenti giusti e capaci di allontanarsi quando è utile per il bambino.

Come si cura?

L’intervento psicologico, è basato non solo sul bambino, ma anche sulla presa in carico del contesto familiare.

  • INTERVENTO PSICOLOGICO RIVOLTO AI GENITORI
    spesso il contesto familiare è coinvolto e concorre a mantenere la sintomatologia, adottando modalità inefficaci per risolvere il problema. Rassicurare, minimizzare la sofferenza del bambino o assecondare le sue richieste di presenza, non sono tentativi disfunzionali, perché rimandano al bambino la percezione che non lo si ritiene capace di affrontare le situazioni e le semplici attività come andare a scuola. Inoltre così facendo si conferma sempre più al bambino la percezione di essere inadeguato. L’intervento psicologico si concentra proprio su questo processo disfunzionale, definendo con tutta la famiglia una strategia specifica.
  • INTERVENTO PSICOLOGICO INDIVIDUALE
    L’intervento non può prescindere da una fase di valutazione globale del bambino, dunque vengono valutate: la personalità del bambino, le dinamiche familiari, gli eventi di vita, l’area relazionale ed emotiva.
    Diviene necessario lavorare sull’ansia, sulla paura del distacco e sul senso di vulnerabilità, inoltre è importante rinforzare il senso di autostima del bambino favorendo anche il potenziamento delle abilità comunicative e relazionali.

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