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Disturbi alimentari

Ma gli psicofarmaci fanno ingrassare?

2 Maggio 2024 | a cura di Alessandro Rotondo

È un dato di fatto: gli psicofarmaci sono fondamentali nella terapia dei disturbi mentali. Antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici o stabilizzatori dell’umore hanno però tutti un effetto collaterale comune: la percezione diffusa per cui questi farmaci farebbero aumentare di peso chi li utilizza.

La domanda che spesso e volentieri viene posta allo psichiatra, infatti, è proprio: ma questi farmaci fanno ingrassare?

In questo articolo si cercherà di spiegare perché gli psicofarmaci non siano, generalmente, una causa diretta dell’aumento di peso, ma solo dell’aumento dell’appetito.

Si mostrerà anche come questo preconcetto diffuso diventi un serio ostacolo all’aderenza al trattamento, tanto da essere una delle principali cause di sospensione della terapia, mettendo il paziente a rischio di un peggioramento, anche grave, dei disturbi di cui soffre.

Si fornirà, di conseguenza, un’analisi approfondita dei problemi legati all’aumento di peso nei pazienti psichiatrici e delle possibili strategie per gestirlo, sottolineando l’importanza di un approccio olistico e personalizzato nella cura dei pazienti affetti da disturbi mentali.

Psicofarmaci e aumento di peso: una sfida contro se stessi?

È assolutamente vero che alcuni psicofarmaci (non tutti!) possono influenzare il peso corporeo attraverso:

  • Meccanismi che alterano i segnali di sazietà e, quindi, possono indurre un aumento dell’appetito e a un conseguente aumento dell’assunzione calorica.
  • Meccanismi che rallentano il metabolismo e fanno diminuire l’attività fisica, portando così a una riduzione della spesa energetica.

A questi elementi vanno poi aggiunti anche fattori genetici e scelte di vita individuali, che possono influenzare l’entità dell’aumento di peso sperimentato durante il trattamento farmacologico.

Vediamo allora, più nel dettaglio, come contribuiscono i vari fattori all’aumento di peso:

 

Meccanismi biologici e neurochimici

  1. Regolazione dell’appetito e del metabolismo: gli psicofarmaci possono modificare l’equilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali come la serotonina, la dopamina e l’istamina, che sono cruciali nella regolazione dell’appetito e del metabolismo. Queste alterazioni possono portare a un incremento dell’appetito e a una maggiore propensione all’accumulo di peso.
  2. Alterazioni metaboliche: alcuni psicofarmaci possono alterare direttamente i processi metabolici, aumentando la tendenza del corpo ad accumulare grasso. Questi cambiamenti possono includere alterazioni nei livelli di glucosio e insulina, influenzando la gestione dell’energia e il deposito di grasso nel corpo.
  3. Miglioramento del tono dell’umore e dell’ansia: depressione e ansia si associano spesso a inappetenza e conseguente perdita di peso. Il riequilibrio delle funzioni cerebrali, indotto dalla terapia psicofarmacologica, fa tornare buonumore e appetito: il peso perduto ritorna ai livelli pre-depressione e, spesso, li supera ampiamente. Paradossalmente, quindi, l’aumento di peso può diventare un effetto collaterale dello star bene.

Fattori comportamentali

  1. Alterazione delle preferenze alimentari: i pazienti in trattamento con alcuni psicofarmaci possono sperimentare cambiamenti nelle loro preferenze alimentari, spesso orientandosi verso cibi ad alto contenuto calorico o ricchi di carboidrati (in particolare dolci), che portano a considerevoli incrementi ponderali.
  2. Riduzione dell’attività fisica: a causa degli effetti sedativi di alcuni farmaci, ma, soprattutto, a causa della demotivazione legata ai disturbi psichici stessi, i pazienti possono diventare meno attivi fisicamente. Una diminuzione del dispendio energetico che contribuisce all’aumento di peso.

Fattori genetici e individuali

La suscettibilità all’aumento di peso, durante il trattamento con psicofarmaci, varia notevolmente tra gli individui, in parte a causa di differenze genetiche che possono influenzare il metabolismo e la risposta ai farmaci.

Alcune persone, infatti, potrebbero essere geneticamente predisposte a guadagnare più peso rispetto ad altre, quando esposte agli stessi farmaci.

Dieta equilibrata ed esercizio fisico: una strategia terapeutica personalizzata a 360°

Come detto, l’aumento di peso durante la terapia con psicofarmaci è una sfida rilevante, che va al di là di fattori estetici, influenzando la salute complessiva e il benessere dei pazienti.

Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica può aumentare significativamente, peggiorando il profilo cardiovascolare e incidendo sulla qualità di vita.

Cruciale diventa, quindi, una strategia inclusiva, personalizzata e attenta, che integri il monitoraggio del peso, un’alimentazione mirata, un’attività fisica adeguata e la scelta, quando possibile, di farmaci con minor impatto sul peso.

Tutti elementi da non sottovalutare, in quanto è convinzione comune ed erronea tra i pazienti che ogni variazione di peso sia dovuta esclusivamente ai farmaci.  Ciò li conduce a sottovalutare l’importanza di una dieta equilibrata e di un esercizio regolare.

È fondamentale, quindi, comunicare chiaramente fin dall’inizio che alcuni farmaci possono influenzare l’appetito, ma non causano di per sé aumento di peso in assenza di un eccesso calorico.

In tal modo si incoraggia un approccio costruttivo alla nutrizione corretta e all’esercizio fisico, fondamentali per mantenere un peso sano e per contrastare le spinte contrarie.

Come gestire l’aumento di peso durante la terapia con psicofarmaci

Ecco, allora, che può tornare utile delineare alcuni passi chiave che permettano di gestire l’aumento di peso:

  1. Adottare una dieta equilibrata: privilegiare un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine, insieme a limitate quantità di grassi. È importante controllare le porzioni e praticare un’alimentazione consapevole.
  2. Ridurre l’assunzione di cibi elaborati: ridurre, e ancor meglio evitare, bevande zuccherate, cibi processati e carboidrati raffinati, favorendo un bilancio energetico positivo.
  3. Attività fisica regolare: integrare esercizi aerobici (corsa, camminata veloce, bicicletta, nuoto, ginnastica a corpo libero) nel proprio regime settimanale non solo combatte l’aumento di peso, ma migliora anche la salute mentale e fisica in generale.
  4. Supporto comportamentale e monitoraggio: l’educazione sui potenziali effetti collaterali, tra i quali l’aumento di peso, e il supporto nello stabilire e raggiungere obiettivi realistici sono fondamentali. Il monitoraggio costante del peso e dei progressi ottenuti aiuta a mantenere la motivazione.
  5. Consulenza medica: programmare regolari controlli per monitorare gli effetti del trattamento e considerare l’aggiustamento del regime farmacologico, se l’aumento di peso diventa una preoccupazione.

Strategie farmacologiche avanzate: si può fare di più?

Purtroppo, ad oggi, non esistono trattamenti specifici approvati per contrastare l’aumento di peso dovuto all’uso di psicofarmaci.

Tuttavia, ma solo nei casi più difficili, si possono esplorare alcune opzioni farmacologiche che sono in grado di offrire (sempre se accompagnate da un’alimentazione responsabile) benefici aggiuntivi.

La ricerca è in corso, infatti, per sviluppare nuove soluzioni che migliorino la gestione del peso, inclusa la modulazione dell’attività del microbiota intestinale attraverso l’uso di prebiotici e probiotici.

Più informazione, più collaborazione, più ricerca: un approccio corretto al problema

L’interazione tra farmaci psicotropi e aumento di peso rappresenta una sfida clinica significativa, con dirette implicazioni sulla gestione terapeutica dei pazienti affetti da disturbi mentali.

È essenziale che sia i pazienti che i professionisti sanitari siano pienamente informati su questo rischio e collaborino attivamente per gestirlo, implementando modifiche allo stile di vita, monitorando costantemente e, se necessario, regolando il trattamento farmacologico.

Anche se non esistono soluzioni immediate e facili, un approccio multidisciplinare, che integri conoscenze farmacologiche, nutrizionali e di medicina dello sport, può avere un impatto positivo significativo sulla salute e sul benessere generale dei pazienti.

Per approfondire:
Lizeth Sepúlveda-Lizcano: Metabolic Adverse Effects of Psychotropic Drug Therapy: A Systematic Review Eur. J. Investig. Health Psychol. Educ. 2023, 13, 1505–1520. https://doi.org/10.3390/ejihpe13080110

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